Raffaella Sarracino, quelle Parole a Km 0… per educare e raccontare

di Nicoletta Di Luigi

Raffaella Sarracino è tante cose, ma l’unicum di una cosa sola: l’amore per la scrittura, il piacere della parola.

Siamo così abituati a utilizzare la scrittura come una pratica comune e ordinaria che abbiamo finito per considerarla scontata. Non ci rendiamo conto di quanta abilità, arte, tecnica, ingegno impieghiamo con il “semplice” atto di scrivere utilizzando una delle più straordinarie invenzioni dell’uomo, un prodotto squisitamente culturale e proprio ed esclusivo della nostra specie.

Con Raffaella ripartiranno questo autunno per Parole a km 0 i servizi di accompagnamento alla scrittura ed editing a cura di Carola Susani “Da ottobre ripartono i nostri corsi di scrittura, con una bella novità: oltre ai corsi Straordinarie scritture (corso base), e Per raccontare una storia, corso lungo sei fine settimana; novità di quest’anno sarà il Corso lungo un anno a cura di Carola Susani, dedicato a chi ha già esperienza di scrittura, ha un progetto: un romanzo, un racconto, una sceneggiatura, un podcast. È un corso impegnativo per chi è seriamente motivato, ci sarà una selezione, e sarà per un massimo di 15 iscritti. Abbiamo inserito per questo corso anche una borsa di studio in base a criteri di qualità e reddito. Il corso avrà inizio a novembre 2021 e finirà a novembre 2022, nell’arco dell’anno ci saranno quattro incontri, interventi di altri scrittori: Nicola Lagioia ci parlerà del suo rapporto con la letteratura, Chiara Tagliaferri sui podcast, Francesco Romeo sulla sceneggiatura, sull’esordio parleremo con tre giovani scrittrici e scrittori”

Da dove cominciamo? Da quel 1999 quando arriva a Viterbo…

Sono arrivata a Viterbo la prima volta come turista per una bellissima edizione del San Pellegrino in fiore, davvero una meraviglia. In quel periodo della mia vita pensavo mi sarei presto trasferita a Roma, ma Viterbo in breve è diventata la meta preferita, scelta definitiva con l’arrivo del lavoro come Libraia, per una grande catena di distribuzione prima, successivamente acquisita dalla Giunti al punto (la più grande catena di librerie italiana). Lavoro che per altri poteva essere di ripiego, per me una grande passione da subito.

Che cosa vuol dire per lei Parole a km 0? Come nasce l’idea e quali gli scopi?

Il circolo Arci Parole a km0 si costituisce nel 2019. La sua storia va più in là negli anni, e si lega indissolubilmente al mio mestiere di libraia: nei diciassette anni in libreria ho sempre cercato di organizzare occasioni di confronto e scoperta dei libri, organizzando laboratori per bambini, incontri con gli scrittori. L’idea di Parole a km0 nasce da quegli incontri fortunati, con scrittori, case editrici e dalla voglia di condividere la bellezza del territorio della Tuscia attraverso lo sguardo della letteratura. Nel 2015 organizzammo il primo laboratorio di scrittura creativa residenziale.

Fulcro della narrazione il luogo che ci ospitava, una villa del 700 nelle campagne viterbesi e la storia di chi l’aveva abitata. Da allora non ci siamo più fermate

Poi quale è stato il percorso, pandemia inclusa?

In questi due anni, nonostante il periodo difficile e complesso che stiamo attraversando, siamo riuscite a concretizzare progetti importanti come Piccole e grandi bellezze,  con il Comune di Oriolo Romano (agosto 2020) in collaborazione con l’associazione Piccoli Maestri, breve serie di eventi letterari che volevano fare la propria parte per ritessere trama e ordito della comunità attraverso uno degli strumenti più antichi e tuttavia freschi e attuali: la narrazione; Il borgo si racconta (novembre 2020), progetto nato grazie alla collaborazione con la Regione Lazio, l’azienda Promo Tuscia di Viterbo e il comune di Vitorchiano, per la ricerca di una nuova narrazione identitaria del borgo.Nel periodo di quarantena abbiamo proposto un laboratorio gratuito on line Leggere per scrivere: un assaggio, nei miei ricordi un laboratorio davvero prezioso. Da marzo 2020 abbiamo adeguato i programmi e i tempi per fare tutti i corsi on-line.

 Che peso ha avuto il Progetto Piccoli Maestri, nato dall’idea della scrittrice Elena Stancanelli?

Con i Piccoli Maestri è una storia a latere: fa parte di quegli incontri fortunati di cui scrivevo prima, oltre alla scrittrice Carola Susani principale docente dei corsi della nostra scuola, ho conosciuto diversi scrittori dei PM con cui sono nate collaborazioni: presentazioni di libri, interventi nei workshop. Dal 2020 collaboro in pianta stabile con loro per la promozione del progetto Ministeriale 100 libri – Leggere leggeri.

Cosa ha significato per lei essere libraia per la libreria Giunti a Viterbo?

Fare la libraia, è stato un privilegio. Un lavoro bellissimo, nonostante la Giunti al punto fosse ubicata in un centro commerciale dove spesso è difficile uscire dalla dinamica del take away. Mi ha sempre divertita, notare lo stupore nei clienti quando scoprivano che io e le mie colleghe eravamo in grado di intuire gusti e consigliare libri con cognizione, oltre ad aprire pacchi su pacchi. Dal 2017 non lavoro più come libraia alla Giunti al punto, ma collaboro con la Libreria Etruria, storica libreria indipendente di Viterbo con quarant’anni di storia alle spalle. Non credo di essere capace di star lontana da una libreria.

Crescere con i libri si può? Per lei come è stata questa scoperta?

Sono nata a Napoli, ma ho sempre vissuto a Qualiano in provincia di Napoli. Quella provincia dettagliatamente descritta negli articoli di Siani prima e nel romanzo Gomorra di Saviano. Dove non c’era e non c’è una libreria.

In una famiglia che aveva ben chiaro che gli strumenti della cultura sono un privilegio che va condiviso. Casa era piena di libri, riviste. Diciamo che non mi sono mancati stimoli culturali, ma con grande preoccupazione di mia madre ho iniziato a leggere con piacere solo verso gli undici anni, senza più smettere.

Napoletana verace una laurea d’indirizzo umanistico alla Federico II di Napoli, i colori di quella terra se li porta dentro e arrivano all’altro con la sua spontaneità autentica un segno distintivo di avvicinamento dell’altro. Dopo venti anni, sono più i traguardi o le sconfitte?

Ho studiato Filosofia, più che un corso di studi, all’epoca scelsi un percorso esistenziale. Non credo però di rientrare nello stereotipo della napoletana verace. Sicuramente Viterbo, le librerie, Parole a km0 sono state tutte scelte consapevoli e felici, con alti e bassi affrontando momenti complessi, che non riesco a inserire nei termini di sconfitte o traguardi.

Cosa manca in città oggi che unisca e non sia divisivo ? Si parla tra pochi anni della realizzazione di un borgo della Cultura, del completamento dei lavori alle Scuderie Sallupara, quelle disegnate dal Bramante. Come li vedrebbe nell’ottima efficienza per la comunità tutta? E riguardo i rapporti con la Biblioteca Consorziale di Viterbo, ci sono progetti all’orizzonte?

Parto dall’ultima domanda: al momento non ci sono progetti all’orizzonte, ma in passato abbiamo collaborato organizzando laboratori con bambini. Per le altre domande ammetto di non avere un’opinione precisa, mi muovo sempre con piccoli passi seguendo il principio che nessun tipo di iniziativa per un territorio può arrivare dall’alto. La rete, la coesione è un lavoro lungo e necessario in qualunque realtà. Sicuramente se si arrivasse alla realizzazione di un borgo della cultura, del completamento dei lavori alle Scuderie Sallupara (faccio fatica anche ad immaginarlo per la bellezza) mi muoverei per dare il nostro piccolo contributo.

 Quale favole racconta alla sua bimba?

In questo periodo leggiamo La mamma è come una casa Albo illustrato da Aurore Petit, e Favole al telefono di Rodari. Per fortuna alla seconda favola solitamente si addormenta.

 

Nel salutarci  Raffaella Sarracino con il suo tratto gentile aggiunge:” Ne approfitto anche per ringraziarvi di nuovo dell’attenzione che mi avete dedicato”

 

In fondo l’abbiamo cercata noi per avere un suo sentire su come le parole abbiano un significato profondo e una specificità che è espressione del sé. Perché si scrive?

Lo scrittore Raymond Carver sapientemente rispondeva:“Si scrive perché si ha qualcosa da dire”.

 

 

 

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