“Re Vittorio ”al centro della scena inaugura la mostra “Eccentrici e solitari” a Sutri

di Luciano Costantini

L’occasione ufficiale è la conferenza stampa per presentare la rassegna “Eccentrici e solitari”. Sutri, Palazzo Doebbing, fino al prossimo 20 novembre. Conferenza confermata, naturalmente, ma diventa un’occasione per festeggiare il sindaco, cioè Vittorio Sgarbi. Arriva puntualmente alle 11, giacca di velluto verde oliva e pantaloni grigio scuro, con immancabile, anche se ancora modesto, codazzo di collaboratori, amici, simpatizzanti. Dieci minuti per una rapida ispezione alla mostra prima del taglio del nastro e poi marcia indietro: “Ci sono gli sbandieratori che mi aspettano in piazza”, spiega a chi gli cammina accanto. Comincia l’inattesa (anzi, no) kermesse e l’impressione è che sarà abbastanza lunga. Previsione assolutamente personale ancorché azzeccata. Il codazzo al ritorno si ingrossa, si allunga, ora ha anche il sonoro: “Viva il sindaco…viva il sindaco”. Che ha appena il tempo di farsi sistemare la fascia tricolore, prima di irrompere sulla piazza del Comune. Sotto il palazzo municipale due gruppi di sbandieratori (di Orte e Amelia) fanno rullare i tamburi e volteggiare le bandiere, con un sole che picchia forte e dinanzi a una folla che spesso fa partire salve di applausi. “Re” Vittorio, anzi il sindaco Vittorio, con una mano stringe tutte quelle che gli si parano davanti e con l’altra si aggiusta ritmicamente la fluente e canuta capigliatura. Suoni, balli, sorrisi, pacche sulle spalle. Ancora, “Viva il sindaco”. Trenta minuti e più, dura la festa. Perché di festa si tratta. Se fosse stata spostata di dodici ore, non sarebbero mancati i fuochi artificiali. Il giardino di palazzo Doebbing che dovrebbe ospitare la conferenza stampa diventa l’approdo disordinato per decine di persone che immaginano una presentazione illuminata della rassegna, condita con la consueta intelligenza e la caustica ironia sgarbiane. La platea è folta e rappresentativa: il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il questore di Viterbo, i vari comandanti dei carabinieri di zona, almeno due o tre sindaci di centri vicini, e poi attori come Luca Barbareschi e cultori delle varie branche dell’arte. Il sole continua a colpire duro e surriscalda anche il sindaco Vittorio che certo non ha bisogno dei raggi del sole per dare la stura al suo repertorio di acuto polemista, e multiforme uomo di cultura. “La Biennale di Venezia? Una m… La Biennale potrebbe essere questa…molto meglio”. E via di seguito. Per immaginare il resto non serve molta fantasia. “L’Italia non esisterebbe senza le raccomandazioni…raccomandano anche i morti”. Così per spiegare che certe scelte culturali sono sbagliate perché sostanzialmente manipolate. “In questa mostra non c’è alcun filo logico”, puntualizza mentre cita gli artisti con assoluta capacità di ritrarli, uno per uno, senza elencarli come in una banale e fredda agenda. Di ognuno, da Duranti a Rambelli, da Usellini a Fieschi, da Tornabuoni a Pescatore, da Pesce a Vaccari, da Rao a Lodola, da Sardelli e Cucco, da Di Carpegna a Maffessanti, da Fida a Matté, da Maxàculi alle giovanissime AMeBE (Alessandra Mantovani ed Eleonora Barbareschi), offre accenni biografici e virtù artistiche coniugandoli con le tristezze dell’attualità. Spiega che il titolo della rassegna è il risultato di una precisa scelta: “Abbiamo voluto evitare tendenze e scuole per privilegiare esperienze individuali, insolite e rare. “Eccentrici e solitari” ne definisce bene il carattere, l’ostinata ricerca senza dogmi, in un arco di tempo breve”. All’interno del museo “L’anima di San Gimignano” una scultura etrusca, rinvenuta nel 2010. “Non c’è niente di meglio in questo momento in Italia. E’ una scultura semplicemente sublime”. La conferenza/show si avvia alla fine. Dalle mura di palazzo Doebbing risuona ancora il rullo dei tamburi. “Ah dimenticavo: l’8 maggio prossimo sarà il mio compleanno, ne farò 70. Sono già morto, una tragedia. Meglio non pensarci e che la festa abbia inizio”. In effetti, era già iniziata da un’ora e mezza almeno.

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