Sabrina Sessa: “Mi sarei vestita di tegole rosse ” un successo annunciato, al Cubo Festival

Il borgo di Ronciglione è stato animato, nel weekend appena trascorso , dagli eventi del Cubo festival, la suggestiva festa dell’editoria . Tra i numerosi appuntamenti, molti sono stati quelli riservati alle presentazioni di opere di scrittori locali, alcuni già da tempo conosciuti al pubblico, Sabrina Sessa, una scrittrice viterbese si è fatta notare tra gli esordienti con la sua prima pubblicazione , una raccolta di racconti dal poetico titolo ” Mi sarei vestita di tegole rosse “, edito da Ghaleb. La presentazione si è svolta nell’incantevole cornice di Piazza “Campo de’ Fiori”, affollata da un pubblico attento e emozionato . Diana Ghaleb ha introdotto l’opera raccontandone la genesi e discutendo con la scrittrice di tematiche, scelte stilistiche e narrative. La giovane scrittrice ha intrattenuto il suo pubblico appassionandolo e incuriosendolo: i racconti, infatti, oltre ad essere scritti con stile incisivo e efficace, trattano argomenti attuali e diversi: da denunce sociali a drammi famigliari , da ricordi personali a riflessioni globali. Chiude la raccolta una riflessione/denuncia che prende in esame un insolito punto di vista su un tema di scottante attualità. La presentazione è stata arricchita da letture di brani interpretati da Maria Cristina Baleani, docente conosciuta sul territorio per la passione per la lettura e la scrittura, nonché per il suo impegno nelle attività culturali e di formazione per i giovani. Il testo è già presente nelle librerie.

Sinossi:
Tredici racconti che si sviluppano in ambienti e spazi temporali diversi, ognuno mettendo in luce una storia, in alcuni casi, anche una sola emozione. Ciò che li accomuna è «l’ombra». Sono storie di donne, storie di uomini che tentano di confrontarsi con le loro bassezze. In un mondo sempre più imperfetto, l’uomo moderno, illuso padrone di un’epoca apparentemente libera da ipocrisie e dal timore del giudizio, si scontra con sé stesso. Quel «buio» che alberga in sé e che persiste alla sua più radicata regola morale, diviene la sua lotta. Accettarne l’esistenza significa accettare noi stessi; accogliere la parte meno nobile sapendo che è l’altra faccia di una stessa medaglia. «Ombra» e «luce», l’una completa e da esistenza all’altra nel dualismo perfetto che è la vita

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