Il patrimonio storico, artistico e culturale della Tuscia ha un futuro? L’interrogativo ha avuto risposte più che positive a giudicare dalle tante adesioni, soprattutto di giovani e studenti, che hanno dato il loro contributo al concorso di idee sulla valorizzazione dei beni storico/archeologici, organizzato dall’associazione Archeotuscia, presieduta da Luciano Proietti. Diciassette i progetti presentati, tutti di assoluto rilievo, che stanno a testimoniare l’interesse dei giovani a custodire ed esaltare un tesoro territoriale che nel Paese ha pochi riscontri. Auditorium della Fondazione Carivit, Valle Faul a Viterbo, praticamente pieno. Nelle prime file, autorità politiche, militari, religiose, tra le quali il vescovo emerito Lino Fumagalli, la soprintendente Archeologica alle Belle Arti per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale Margherita Eichberg, l’assessore alla Cultura del Comune di Viterbo Alfonso Antoniozzi in rappresentanza della sindaca Frontini, il questore Giancarlo Sant’Elia. Ad aggiudicarsi il primo premio il progetto “Musei di paesaggio”, elaborato dall’architetto Francesca Coppolino insieme ad una equipe di altri colleghi napoletani, a dimostrazione che l’interesse e la ricchezza del patrimonio della provincia va ben oltre i confini territoriali della Tuscia. Uno studio che riguarda i siti di Ferento e Acquarossa, Musarna e Castel Cardinale, e Castel d’Asso, come punti terminali di una ruota tra il reale e il virtuale i cui raggi, convergono verso il museo della Rocca Albornoz. Sostanzialmente un museo all’aperto e diffuso con tre siti di riferimento, in cui convergono e si fondono storia e natura, rovine e paesaggio. Secondo classificato il “Percorso turistico di Gallese”, realizzato dall’associazione “Naturalmente Gallese” con il quale si intende costruire e curare un percorso ad anello che coinvolga diversi luoghi di rilievo storico-artistico del territorio della cittadina. Al terzo posto il “Parco archeologico paesistico di Norchia”, presentato dall’architetto Loredana Vitiello di Fabrica di Roma che si propone di mettere sempre più in evidenza la “Perla dell’Etruria”. Menzione speciale per il piano dell’architetto Elisabeth Avanzato per il recupero della ex Chiesa di Sant’Orsola. “Lavori – chiarisce la Soprintendente Eichberg – che vanno tutti nella direzione di mettere a sistema un patrimonio che continua a riservare sempre nuove scoperte e che si propone di inserirle in un contesto compatibile con l’ambiente”. La Tuscia ha ancora infinite gemme da esporre. Magari spesso in pericolo. E nella circostanza il vescovo Fumagalli lancia l’idea di creare in ogni paese, in ogni contrada del territorio associazioni di volontariato che possano riscoprire e catalogare, e dunque salvare, tanti tesori nascosti. Sarebbe un’operazione a costo zero, servirebbe certo una discreta dose di buona volontà. E naturalmente spazi adeguati. “A Viterbo – precisa l’assessore Antoniozzi – di questi spazi ne abbiamo e non ne abbiamo, perché molti di essi sono sostanzialmente inadatti o inagibili. Ma, insieme, ad Archeotuscia stiamo facendo il massimo per superare il problema. Questa per noi è una priorità”. “E comunque attenzione a non commettere certi errori del passato che ci hanno fatto perdere pezzi importanti di storia”, avverte Felice Orlandini, ispettore di Polizia e ispettore onorario dei Beni Culturali. “Il patrimonio – sottolinea il questore Sant’Elia – è un tesoro che va difeso sempre e ovunque. E va elogiato il ruolo e l’impegno che sul territorio svolge Archeotuscia”.
