Scoperta un’iscrizione sull’ elmo da Vulci, conservato presso il Museo di Villa Giulia

Congratulazioni al direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Valentino Nizzo e al suo staff per la scoperta dell’iscrizione all’interno dell’elmo della Tomba 55 della necropoli dell’Osteria di Vulci, giunta al Museo nel 1935.
La città etrusca, caduta per mano del console romano Tiberio Coruncanio nel 280 a.C. non smette di riservarci delle sorprese. Se dagli ultimi scavi presso le necropoli settentrionali (Osteria e Poggio Mengarelli) non risulta così evidente il dato della presenza di armati almeno nel IV-III sec. a.C., la scrupolosa analisi del pezzo, come un vero scavo nel museo, getta una nuova luce sulla vicenda di un personaggio proprietario dell’elmo, identificato dal gentilizio “Harnste” che rimanda all’odierna Civitella d’Arna, presso Perugia. Forse un mercenario umbro che ha trovato la morte a Vulci o, forse meglio, secondo le prime ipotesi, un militare sconfitto da un guerriero vulcente che ha poi portato nella tomba l’elmo con la sua iscrizione, come fosse un trofeo.
Tutto ciò è accaduto alla metà del IV sec.a.C., un periodo per il quale non può non essere ricordata la narrazione storica dipinta sulle pareti della celebre Tomba François. Il committente, Vel Saties, richiamando imprese eroiche compiute da famiglie vulcenti contro Roma nel VI sec.a.C., vuole sottolineare nel presente i suoi meriti militari, attraverso l’autocelebrazione gentilizia.
L’iscrizione sull’elmo di Villa Giulia racconta un’altra storia, che è pur sempre testimonianza delle turbolente vicende di guerra che hanno interessato l’Etruria e che hanno preceduto il trionfo romano su Vulci.
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