Società filosofica italiana (SFI), la futura alimentazione e la carne coltivata

soffitto sala assemblee fc E'Cultura Festival

A Viterbo la Libreria Etruria ha ospitato mercoledì scorso un nuovo appuntamento della sezione viterbese “Pasquale Picone” della Società filosofica italiana (SFI), per parlare della nostra attuale e futura alimentazione.

In effetti, oggi più che mai, il consumo della carne presenta aspetti di grande problematicità. L’aumento della popolazione mondiale, cresciuta dell’82% nel quarantennio 1971/2010, ha favorito la produzione di carni commestibili tramite allevamento intensivo, il quale, a sua volta, permette di incrementare la produzione a costi bassi, ma ricorre all’uso di antibiotici e contribuisce sensibilmente a cambiamenti climatici, al cosiddetto effetto serra, a deforestazione, a spreco di acqua e a una produzione macroscopica di anidride carbonica.

Da qui nasce l’esigenza di cercare forme di alimentazione diversa che ricorrano in primo luogo ai vegetali, molto consigliati dalla biologia e dalla medicina, e a una produzione di carne che non si avvalga dell’allevamento intensivo. Ma se l’agricoltura biologica non può certo soddisfare esigenze alimentari in costante aumento, da alcuni decenni nei paesi più industrializzati si è cercato di rispondere alle sempre crescenti esigenze alimentari, mettendo a punto alcune potenzialità che la scienza sta ormai realizzando.

La “coltivazione” della carne è l’attuazione concreta di una di queste potenzialità. In effetti, la produzione di “carne coltivata” è ormai una realtà, che richiede la presenza di cellule animali, generalmente acquisite mediante la biopsia o il prelievo di cellule da un uovo fecondato. Una volta acquisite, tali cellule sono poste in mezzi di coltura che ne consentano la proliferazione; “mezzi di coltura” che a tutt’oggi si avvalgono di potenti bioreattori, i quali permettono la “coltivazione della carne”, anche se a costi di produzione fin troppo elevati. Inoltre, il necessario ricorso alla biopsia rende di fatto necessaria la soppressione del feto da cui trarre le cellule che potranno poi essere “coltivate”.

Si intuisce allora come l’opinione pubblica e la classe politica si stiano trovando al centro di problemi sempre più complessi, perché hanno risvolti scientifici, economici, sociali, ambientali e anche etici.

Da qui nasce l’esigenza di informare l’opinione pubblica mondiale delle difficoltà cui va incontro la pur necessaria alimentazione quotidiana degli abitanti del nostro pianeta.

La sezione viterbese della Sfi, avvalendosi della collaborazione del professore Maurizio Balistreri, suo socio e docente di filosofia morale all’ateneo viterbese, intende avviare un dibattito sulla “carne coltivata”, nella speranza di poterlo approfondire nel tempo.

Infine, la Sfi di Viterbo informa tutte le persone che possono risultare interessate che il suo prossimo appuntamento si terrà alle 18.00 di venerdì 17 maggio, a Viterbo, nella sala delle assemblee della Fondazione Carivit, in via Cavour, 67: sarà presentato Anfratti, il libro di poesie del vescovo di Viterbo, Orazio Francesco Piazza, di cui saranno lette alcune liriche da Stefano Nazzaro.

La sezione “Pasquale Picone” di Viterbo della Società Filosofica Italiana.

 

 

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