SURNA la mostra dell’artista Fabio Capoccia alla Galleria Artemiro

 

La Galleria Artemiro e il maestro Fabio Capoccia rendono omaggio alla Tuscia e a Viterbo con la mostra “Surna”, aperta al pubblico dal 5 al 30 aprile con ingresso libero. Il vernissage è in programma sabato 5 alle 17 in via Aurelio Saffi 19. “La Tuscia è ancora il luogo della metamorfosi, della forma che si sfalda, che assume altra vita e ritorna nel suo essere primigenio e divino”, dice Capoccia.

 

Surna, o Surina, è il nome etrusco dell’antico abitato che sorgeva nei pressi dell’attuale città di Viterbo. La radice etrusca sur identifica il culto del dio Soranus; tale divinità aveva sul monte Soratte (mons Sorax) un antico culto. Altri centri di culto erano appunto Surna e Sorano, luogo di origine dell’artista Fabio Capoccia. Tracciando un’ipotetica circonferenza che ha il Soratte e Sorano come punti perimetrali, Viterbo-Surna rappresenta il centro figurato di tale cerchio culturale. L’artista espone una selezione di opere (olio su tavola nei formati 185×125 cm e 125×90 cm) dipinte tra il 2022 e il 2024.

 

“In questi giorni festeggiamo un anno dall’apertura della Galleria – ricorda la titolare Hawa Said -. Viterbo ci ha accolto molto bene e proseguiamo in questo percorso di valorizzare l’arte e la cultura attraverso eventi e incontri, che siano fonte di ispirazione per artisti, visitatori e collezionisti. Fino a oggi abbiamo organizzato 12 eventi, abbiamo appena terminato la mostra ‘La poetica al femminile’ che ha visto protagoniste 16 donne e ora diamo spazio a un giovane artista di grande talento”.

 

Fabio Capoccia, classe 1986, insegna lettere e latino alle superiori, e ha debuttato con la sua prima personale a soli 25 anni, esponendo poi tra le altre località a Roma, Capri, Grosseto, Saturnia, Perugia, Pitigliano. “Pur vivendo da molti anni tra Roma e Sorano – sottolinea l’artista – non ho mai smesso di pensare alle mie origini. Anzi il mio metabolismo artistico e quindi la mia creazione è il risultato di un continuo divenire di tale consapevolezza. Credo che sapere da dove veniamo, chi siamo per così dire, sia al giorno d’oggi una necessità, una sorta di antidoto per cercare di preservare un’identità reale ed evoluta. Non si tratta di una semplicistica volontà di conoscere la propria origine, legittima dopotutto, bensì di una profonda consapevolezza senza tempo, un flusso di perpetua percezione che scaturisce da una fonte arcana ma intellegibile. Molti dei miei stilemi compositivi nascono, scaturiscono appunto, dalla vita rupestre – vecchia come il mondo – di cui la Tuscia è terra protagonista. E il ciclo dei secoli che ha forgiato una speciale identità transculturale. Fino al XX secolo quando eminenti artisti e poeti hanno scelto la Tuscia – continuandola ancora a eleggerla – come dimora.

Con questa mostra traccio il solco primigenio, l’andito atemporale della vita e della morte. Il mito etrusco del dio Tages, dell’aratura della terra, della fertilità, delle vie cave. Sorano, dall’etrusco Sur che significa ‘nero’, era una divinità ctonia legata alla terra quando alla luce. Una specie di Giano bifronte, animale enigmatico a due teste, un Giove infero che osserva tramontare e sorgere il sole dietro la montagna. Gli hirpi Sorani, i sacerdoti di Soranus camminavano a piedi nudi sui carboni ardenti senza provare dolore, un po’ come i fachiri indiani ed erano artefici di cerimonie complesse e cruenti.

La Tuscia è ancora il luogo della metamorfosi, della forma che si sfalda, che assume altra vita e ritorna nel suo essere primigenio e divino”.

La Mostra:

“SURNA”

Un viaggio nella creatività di Fabio Capoccia

Vernissage

Galleria Artemiro – Sabato 5 aprile, ore 17

Viterbo – via Aurelio Saffi 19 – Ingresso libero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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