Negli anni ’70 e ’80 è stata certamente la perla dei monti Cimini, cui è abbarbicata. Perché frequentata da centinaia di turisti vogliosi di fuggire dalla calura estiva e scelta come luogo di soggiorno da personaggi famosi, tra cui spiccano Luigi Pirandello, Pier Paolo Pasolini (che acquistò la torre di Chia), Giulio Andreotti, l’ex ministro Augusto Fantozzi e Fabrizio De André, la cui moglie Dori Ghezzi conserva ancora la casa.
Si è sempre distinta, oltre che per il suo clima, per il suo aspetto culturale e folkloristico. Dieci anni fa nacque proprio qui il premio “Pietro Calabrese”, che nelle sue varie edizioni ha ospitato sportivi e giornalisti di fama nazionale. Ma oggi, il suo fiore all’occhiello è sicuramente la “sagra delle castagne”, una manifestazione storica e gastronomica che si svolge tra settembre e ottobre, nell’arco di due settimane.
E’ ovvio che si sta parlando di Soriano nel Cimino, feudo della famiglia Orsini, la cui rocca domina ancora oggi dall’alto il centro storico del paese.
Attualmente l’anima, ma non solo, della rievocazione storica che si svolge nei primi giorni d’autunno, è Antonio Tempesta, sorianese doc, anche se nel corso della sua vita ha girato molto l’Italia, dal 2006 presidente dell’Ente Sagra, costituito nel 1997, composto dalle quattro contrade sorianesi (Papacqua, San Giorgio, Trinità e Rocca), dalla Pro Loco e da un gruppo di giovani volontari che dà una mano nell’organizzazione degli eventi.
“Per Soriano – esordisce – è un volano dal punto di vista culturale, storico, ma soprattutto economico. Nei due week end degli eventi qui si fanno dalle 40 alle 50 mila presenze. Ci sono commercianti che dicono di guadagnare più in quei 15 giorni che in tutto il resto dell’anno. Peccato che non ci siano più gli alberghi di una volta. Oggi abbiamo circa 150 posti letto, ma molti trovano posto anche nei centri vicini e a Viterbo”.
In quei 15 giorni le caldarroste non mancano (“Oggi la castagna – dice Tempesta – è diventata un frutto d’eccellenza”), ma il clou della manifestazione sono le rievocazioni storiche, tutte rigorosamente in costume d’epoca.
“Tutto nasce da un fatto accaduto verso la fine del XV secolo, a metà strada tra storia e leggenda” racconta Tempesta. All’epoca era in corso una guerra tra Soriano e Vignanello e nel corso di una notte il conte Nardini riuscì a entrare nel castello e a uccidere il Diacono di Carbajal, che lo gestiva. Poi accese una torcia e la mostrò sulla torre più alta del maniero, per dare il segnale ai vignanellesi che il castello era preso. Ma la torcia fu vista anche da una vecchietta che abitava proprio di fronte. La donna dette subito l’allarme e i sorianesi accorsero in massa, riuscendo a respingere i nemici”.
Una favola…
“Beh, forse. Ma la guerra ci fu davvero. Tanto che Papa Innocenzo VIII fece incidere sullo stemma di Soriano la scritta ‘Fidelitas’, per sottolineare come i sorianesi fossero stati fedeli al papato”.
E da qui è cominciata la rievocazione storica…
“Sì, che durò fino al 1870. Poi fu interrotta per motivi di ordine pubblico. E’ ripartita nel 1968 e oggi è diventata una tradizione di tutto rispetto. Tanto che quest’anno l’evento è stato segnalato dal ministero della Cultura, che ha effettuato una mappatura su tutte le rievocazioni storiche che si svolgono in Italia”.
Come si svolge la festa?
“La manifestazione clou è il palio, che prende il via la prima domenica (quest’anno sarà il 2 ottobre). Non è una corsa di cavalli, ma una giostra con un cavaliere che deve infilare con la sua lancia più anelli possibile. Poi c’è la gara degli arcieri. Alla fine si fa una media punti e vince la contrada che ne ha fatti di più”.
E che altro?
“Beh, c’è il corteo storico, con circa 700 figuranti. E poi il ‘convivium secretum’, un momento conviviale particolarmente suggestivo, frutto di una meticolosa e accurata ricerca storica culinaria. In una scenografia di luci soffuse e di addobbi ricercati, si potrà compiere un viaggio culinario spettacolare, dove la scoperta del gusto dell’epoca si avvicenderà agli spettacoli d’arte medievale con la partecipazione di musici, ballerini, giullari, creature magiche e presenze d’altri tempi. Alla fine una giuria di esperti in alimentazione, professori di storia dell’arte, scenografi e costumisti, decreteranno il rione vincitore per la miglior pietanza e per le ricostruzioni scenografiche più fedeli all’epoca storica”.
Insomma, un evento di qualità…
“Sì perché in quei giorni il paese cambia completamente aspetto. C’è anche un concorso per il miglior addobbo tra le contrade e molti negozianti si vestono con abiti medievali. E poi ci sono tanti eventi di contorno: dibattiti, mostre e quant’altro”.
Un bel volano per il turismo…
“Certo. Un turismo che ha ormai varcato i confini nazionali. Oltre a richieste dalla Campania, dalla Puglia, dalla Liguria, e ovviamente da Roma, altre ne arrivano dall’estero. Ormai per Soriano la Sagra delle castagne è diventata un vero e proprio marchio”.
www.sagradellecastagne.com