Tuscania, valorizzazione e tutela del patrimonio ripartono da Vescovado e Sant’Agostino

Luciano Costantini

All’inizio fu “un esempio virtuoso” di ricostruzione. Ora stenta maledettamente a percorrere “l’ultimo miglio”. Tuscania, a quasi mezzo secolo dal tragico terremoto (6 febbraio 1971), presenta ancora alcune, ancorché dolorose ferite, di quella tragica serata di carnevale in cui dovette contare decine di morti e centinaia di case distrutte. Nella sede di palazzo Fani, amministratori locali, ex sindaci, uomini del clero e politici, si sono dati appuntamento per ricordare certo quel drammatico evento, ma soprattutto per fare il punto sul presente e programmare il futuro. Patron e organizzatore del convegno, Claudio Patrizi, della locale Associazione Culturale Teatro Arte Spettacolo. Il tema evidentemente “La ricostruzione, una opportunità per il recupero e la valorizzazione del suo patrimonio artistico: esempi virtuosi e criticità”. “I primi tre anni – ha ricordato il sindaco, Fabio Bartolacci – sono stati di sorprendente rinascita come dimostrano le 12 leggi speciali emanate poi, a partire dalla fine degli anni Settanta, gli interventi hanno cominciato a rallentare”. Oggi l’opera di ricostruzione si è praticamente fermata. Esempi più che eloquenti di questo stop sono la sede del Vescovado e l’ex convento di Sant’Agostino. Quest’ultimo ermeticamente chiuso e a rischio crolli. Ospita, in compenso, una popolosa colonia di gatti. Se può essere una consolazione… L’amministrazione comunale, per bocca del suo sindaco, si è impegnata formalmente ad organizzare un incontro istituzionale per verificare, nella sostanza, se i due gioielli dimenticati – ma l’intera città in generale – potranno contare su nuovi finanziamenti in grado di produrre un efficace sforzo di risanamento. “Con l’obiettivo più ambizioso – ha puntualizzato il primo cittadino – di ravvivare la città, dopo averle ridato la vita all’indomani del terremoto”. Nel progetto di rilancio ovviamente oltre ai siti del Vescovado e del convento di Sant’Agostino anche le chiese, i reperti etruschi e medievali. Insomma, tutto ciò che fa parte del tesoro più che millenario di Tuscania. Se possibile, superando quelle che possono essere le contrapposizioni politiche e i piccoli conflitti di tipo condominiale che hanno caratterizzato le ultime stagioni. Magari anche con il contributo del mondo della cultura che a Tuscania è in promettente fioritura come dimostrano le presenze di numerosi artisti e un Laboratorio di Teatro.

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