Vergini, nubili, povere, virtuose e cristiane: una cinquina di condizioni capestro che creavano qualche disagio alle “Zitelle” di Gallese, caratteristico borgo della Tuscia viterbese a poca distanza dal casello autosole di Magliano Sabina.
La storia risale ai primi del Cinquecento quando il Pio Ospedale decise di offrire una cospicua somma per fare la dote ad una ragazza del popolo, consentendole così di prendere marito. Meglio se era donna di servizio di cui santa Zita, vissuta intorno al 1200, era la sponsor spirituale.
Nel XVII sec. fu la Compagnia del Santo Rosario a occuparsi del caso, stabilendo però severe condizioni. La scelta avveniva con il sistema del “bussolo” cioè con estrazione a sorte della ragazza (età compresa tara i 15 e i 25 anni) su uno stuolo di aspiranti. Un certo Curzio Vanni, sempre di quel tempo, rincarò la dose. Per godere della dote la “Zitella” doveva partecipare anche alla processione di San Famiano, patron della chiesa poco fuori del paese. Per fortuna alcuni anni dopo ci pensarono le “Signore” del posto a rendere l’operazione meno burocratica e più caritatevole, con l’offerta, oltre ai soldi, di affetto, protezione e sostegno morale.
Non si può dire che le ragazze della Gallese di oggi la pensino come allora. Sono però fiere della tradizione e la mattina dell’8 agosto, per la festa del patrono, alcune di loro indossano un abito bianco di ”panno di Gubbio” non cucito, ma abilmente drappeggiato, stretto ala vita da un cordone intrecciato, portando una candela nella mano sinistra.

Quelle che escono dal “bussolo” ricevono come dote una medaglia d’oro con l’effige di San Famiano. Vengono accompagnate in processione fino alla chiesa del Santo dalla “madrina” vestita da damigella medioevale. A Gallese essere “Zitella” è dunque un vanto poiché la protagonista sta al centro della festa, dell’attenzione e della devozione.
A proposito di San Famiano patrono di Gallese, vissuto nel XII sec., va ricordato che da anni andava cercando il luogo dove – secondo una premonizione – doveva morire. Passo dopo passo arrivò a Gallese dove si fermò. Avendo sete ed essendo il terreno arido, invocò l’aiuto del Signore che fece sgorgare una sorgente dopo che ebbe colpito il suolo con il suo bordone.
Quel luogo è ancor oggi conosciuto come la Fontanella di San Famiano dove si può attingere acqua fresca e corroborante. Volle essere sepolto in una grotta presso la sorgente. In quel luogo venne successivamente costruita una chiesa. Famiano morì a sessant’anni l’8 agosto del 1150 e venne sepolto nel posto da lui indicato. Oggi il suo corpo riposa nella cripta della chiesa a lui dedicata.
Ma c’è di più. Maritate e zitelle di Gallese festeggiano alla grande la ricorrenza dell’Immacolata (8 dicembre). Un comitato di sole donne guidato dalla Priora e dalle “festarole” organizza i festeggiamenti che vengono annunciate di buon mattino dalla tradizionale “Sveglia” affidata alla banda musicale del paese che irrompe di buon mattino tra le vie del centro storico. Ci si sveglia di soprassalto, si va alla finestra e ci si saluta a vicenda.
Se proprio dobbiamo dirla tutta, va anche ricordato che a Gallese il vecchio palazzo ducale venne ristrutturato nel Cinque-Seicento da Giacomo della Porta e Carlo Fontana al tempo degli Altemps. Superbo il piano nobile con il Salone delle Armi decorato da affreschi settecenteschi. Una discendente della famiglia Altemps, Maria, andò in sposa nel 1883 a Gabriele d’Annunzio.
Gallese ha dato i natali a due pontefici, Marino I (882-884) e il fratello Romano I (898). Per qualcuno del posto sarebbero state addirittura individuate le loro abitazioni.
Nella foto cover, le Zitelle di Gallese
L’autore*
Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.