Tuscia in pillole. Madonna della Folgore

di Vincenzo Ceniti*

Madonna della Folgore

L’elenco non è completo, ma molto vicino alla realtà. della Neve (Castiglione in Teverina e Monterosi), del Ruscello (Vallerano), della Cava (Latera), Liberatrice (Civita di Bagnoregio), ad Rupes (Castel Sant’Elia), di Agliano (Civitella d’Agliano), della Misericordia (Sipicciano), della Vittoria (Fabrica di Roma e Montalto di Castro), delle Grazie (Capodimonte e Capranica), del Suffragio (Canino e Grotte di Castro), del Rosario (Piansano e Ronciglione), del Giglio (Ischia di Castro), del Poggio (Lubriano), del Monte  (Marta), del Castellonchio (Graffignano), della Stella (Oriolo Romano), di Sant’Eutizio e della SS. Trinità (Soriano nel Cimino), dello Speronello (Montalto di Castro), in Valverde (Tarquinia), dell’Assunta (Valentano),  del Ponte (Vetralla), della Folgore (Cura di Vetralla).

Sono le Madonne “minori” della Tuscia viterbese, accanto a quelle più blasonate di Annunziata, Immacolata, Addolorata,  Assunta, che vengono comunque ricordate con funzioni e feste popolari  in chiese e chiesette sparse in borghi e campagne. Ultima nata è quella della Folgore, cui è dedicata una piccola cappella nel bosco delle Valli poco fuori l’abitato di Cura di Vetralla, lungo la strada per Blera. Posto ideale per salutari passeggiate, jogging e picnic all’ombra di querce e cerri secolari che emergono da un sottobosco di arbusti, fiori selvatici e ginestre. Nel 1955 vi venne allestito uno dei primi campi estivi dell’VIII  Reggimento dei Lancieri di Montebello a Roma cui ne seguirono altri negli anni successivi.

Un maresciallo di allora, tale Luigi Buonanno, addetto alla spesa mattutina presso il negozio alimentari del vicino abitato, ricevette dalla bottegaia un’immagine con la riproduzione della  Madonna del Dito del pittore seicentesco Carlo Dolci. Dopo averla incorniciata, la sistemò  sul  tronco tagliato di un grande cerro, a mo’ di altarino, intorno a cui la sera i militari si riunivano per chiacchierare e brindare.  Quell’immagine col tempo divenne un riferimento per viandanti e pastori della zona.

In seguito ad un improvviso temporale estivo, alcuni militari si  ripararono sotto  le fronde di un cerro  che fu colpito da un fulmine di rara potenza, per fortuna senza vittime.  La Madonna del Dito aveva compiuto il miracolo, come dissero gli abitanti dei dintorni che si precipitarono sul posto per verificare l’accaduto e  portare soccorso. In quel posto venne edificata per iniziativa dello stesso maresciallo Buonanno un’edicola affrescata con la sacra effige,  poi trasformata nel 1966 in chiesetta campestre, che prese il nome di Madonna della Folgore.

A memoria perpetua del’evento venne interrata una cassetta di piombo contenente tutta la documentazione dei fatti. Oggi la chiesetta propone un timpano esterno in piastrelle di ceramica con raffigurati la Madonna e i Lanceri. All’interno dietro  l’altare è sistemata una copia di quella sacra immagine. La consacrazione  della chiesa avvenne il 2 luglio 1967 alla presenza dell’allora vescovo Luigi Boccadoro, con il parroco della vicina chiesa di Santa Maria del Soccorso don Giovanni Rossi, del sindaco di Vetralla Franco Iori,  del  maresciallo Buonanno, di molti fedeli e della banda militare. In un secondo tempo venne aggiunta  una piccola torre con una campana.

Molte coppie  hanno celebrato il loro matrimonio in questo luogo magico che ogni ultima domenica di giugno accoglie una festa campestre frequentata dagli abitanti delle vicine contrade con la Messa, la processione e l’infiorata che copre di un manto primaverile il sentiero antistante la chiesa. Nel tempo si ricordano varie iniziative come il Palio dei somari (un sorta di tonna tra gli alberi del bosco), le gare della pastasciutta tra ragazzi a mani legate davanti ad un piatto di fettuccine (vittoria e chi puliva il piatto per primo), partite di calcetto, gare canore e di ballo ed altro.

E’ anche l’occasione per  raggiungere la vicina area archeologica le Pietrare (circa 1 km) con i resti di un antico villaggio. In una caverna venne rinvenuta la cella destinata a santuario etrusco-romano. Custodiva la statua di Demetra seduta sul trono con una patera in mano; accanto si trovava la testa della figlia Persefone nell’atto di riemergere dagli inferi. I due reperti sono oggi collocati  nel Museo nazionale etrusco della Rocca Albornoz a Viterbo. Di raro effetto una tagliata che accoglie un tratto della cosiddetta via Ceretana che da Pyrgi puntava su Orvieto attraverso Vetralla.  La strada favori taluni insediamenti  di ville romane di cui si intravedono tracce nelle campagne circostanti.

Madonna della Folgore 2
Il bosco intorno alla chiesetta della Madonna della Folgore

 

L’autore*

ceniti

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

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