BASSANO ROMANO – “Quando corro mi sento libero”. Umberto Citti, classe 1964, ex calciatore (come il figlio Alex, da poco approdato alla Fortitudo Nepi), da qualche anno runner appassionato, in forza all’ASD Alto Lazio, racconta a Tusciaup la sua passione per la corsa.
Un ex calciatore tra l’altro con buoni trascorsi e dal piede sinistro vellutato, perché hai scelto la corsa?
Dopo aver salutato il mondo del calcio mi sarebbe piaciuto praticare ciclismo da strada ma gli allenamenti richiedevano molto tempo e io ne ho a disposizione poco. Così ho optato per la corsa che mi permette di allenarmi a qualsiasi ora ma prevalentemente di sera dopo aver finito la mia giornata lavorativa
Cosa provi quando esci per la seduta di allenamento?
Quando mi alleno mi sento libero perché a ogni passo scarico tutte le tensioni accumulate nell’arco della giornata. In altre parole l’allenamento per me è benessere.
E quando infili la pettorina di gara?
Quando attacco il pettorale le sensazioni che provo sono molteplici. La prima è sempre la paura che qualcosa possa andare male, infortuni o problemi che non mi consentono di arrivare al traguardo. Allo stesso tempo la voglia di misurarmi con me stesso vince sulla paura e così sale l’adrenalina che mi accompagna alla partenza convinto di dare il massimo.
Fai parte di un gruppo di runners oppure vai solo?
Faccio parte di una squadra che si chiama ASD Alto Lazio, una società ben organizzata e ricca di persone che condividono con me questa splendida passione.
Cosa hanno detto i più giovani del gruppo quando hai infilato le scarpette per la prima volta?
Qui a Bassano Romano ci sono due giovani che devo ringraziare. Si tratta di Matteo Andreotti e Federico Montori: loro sono fonte di grande stimolo, mi sostengono e mi elogiano per ogni risultato conseguito in gara e mi coinvolgono in maniera costante nei loro piacevoli allenamenti. Senza considerare che mi fanno scoprire luoghi incantevoli, uno su tutti la Faggeta che è, secondo me, il posto ideale per fare sport perché è un posto da sogno.
Cosa ti senti di dire a chi odia la corsa?
Odiare ciò che non si conosce è sbagliato. Ti preclude la possibilità di incontrare persone speciali e io in questo percorso ho avuto la fortuna di aver imparato qualcosa da ognuno di loro. Il primo in assoluto è stato Massimiliano Cianti che è stato quello che mi ha fatto avvicinare a questa disciplina: vedere le foto delle gare pubblicate su Facebook, i suoi arrivi al traguardo mostravano tutta la grinta e la sofferenza mista a fatica mi hanno conquistato in pieno. Il secondo personaggio che devo ringraziare è Ivano Bussoni, un amico di Parma, runner con tantissima esperienza. Lui è stato prezioso per i tantissimi consigli per permettermi di imparare sempre cose nuove. Detto ciò mi permetto di dare io un consiglio: correre fa star bene sia mentalmente che fisicamente e ti consente di conoscere persone nuove e scoprire in ogni gara nuove meraviglie del nostro bellissimo territorio.
Cosa manca al movimento secondo te: strutture, partecipazione, attenzione?
Mancano soprattutto le strutture come ad esempio le piste indispensabili per correre in assoluta sicurezza specialmente per chi come me si allena di sera su strade poco illuminate. Probabilmente questo è dovuto alla scarsa attenzione verso questa disciplina che in realtà in questo momento registra un aumento di persone che scelgono questo meraviglioso sport.
Runner o calciatore: quale ruolo ti si addice di più a questo punto?
Non è facile scegliere visto che il calcio ha fatto parte della mia vita fino all’età di 53 anni a livello competitivo. A malincuore ho appeso gli scarpini e ho iniziato a scoprire la corsa, sport completamente diverso ma che mi sta conquistando giorno dopo giorno regalandomi emozioni che non credevo di provare. Viva lo sport!