Un pezzo del nostro patrimonio storico dalla Rocca Albornoz di Viterbo alle ex Carceri Papaline di Montefiascone

Un pezzo del nostro patrimonio storico messo in sicurezza e che ora sta passando dalla Rocca Albornoz di Viterbo alle ex Carceri Papaline di Montefiascone. Un tesoro contenuto in 250 casse, 150 delle quali sono già state trasferite presso il nuovo sito. L’operazione, iniziata il 9 agosto, sarà completata il 16 di questo stesso mese. Nelle casse è custodito materiale archeologico che in tempi brevi, una volta ordinato, potrà essere messo a disposizione del pubblico evitando così il rischio che finisca dimenticato e abbandonato in qualche sotterraneo. In gran parte esso è proveniente dalle ricerche e dagli scavi presso il santuario etrusco/romano di Piana del Lago. La seconda campagna di scavo, diretta dal professor Vincent Jolivet (collaboratori Edwige Lovergne e Martin Jaillet), si è appena conclusa. Ad essa hanno partecipato attivamente i membri dell’As.Mo.V. e rientra in un più ampio progetto di ricerca che coinvolge il Mic attraverso la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e la Direzione Regionale dei Musei del Lazio. Gli scavi proseguiranno almeno per i prossimi tre anni e permetteranno di recuperare, esporre al pubblico, e quindi valorizzare i reperti già recuperati e quelli che potranno venire progressivamente alla luce. Il Comune di Montefiascone ha messo a disposizione della Soprintendenza il complesso delle ex Carceri Papaline, dotandolo delle necessarie protezioni. Ospiterà oltre ai “pezzi” di Piana del Lago anche quelli provenienti dalla zona della Rocca e da tutti gli altri siti di nuova acquisizione ricadenti nel comprensorio nord-orientale del bacino del lago di Bolsena. All’intera operazione, oltre al professor Jolivet, hanno preso parte anche Sara De Angelis direttrice del museo di Viterbo, Maria Letizia Arancio delle Soprintendenza delle Belle Arti e l’Ispettore onorario Felice Orlandini.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI