L’Università della Tuscia come ultima tappa della campagna 2023 “Dona Vita Dona Sangue”, organizzata dal ministero della Sanità. Una campagna che sarà ripetuta e che richiederà ancora slancio, impegno, solidarietà, forza. In una parola, gioventù. E dunque sono soprattutto le nuove generazioni chiamate a offrire il contributo più rilevante. “Sono i giovani i nuovi protagonisti, dobbiamo assolutamente favorire un ricambio generazionale e rafforzare la cultura della donazione”, ha sottolineato il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, nel corso del suo intervento nella gremitissima Aula Magna di Santa Maria in Gradi, in occasione, appunto, della chiusura della campagna 2023. In mattinata erano stati in molti, soprattutto giovani, a recarsi presso il gazebo parcheggiato sul retro dell’ateneo per offrire il loro contributo. “L’Università – ha sottolineato il rettore, Stefano Ubertini – si fa promotrice di questa grande operazione di solidarietà sociale. Non ci sono scuse: studenti, docenti, impiegati, devono essere protagonisti. Ne siamo tanto convinti che all’inizio dell’anno accademico abbiamo chiesto ai ragazzi di diventare potenziali donatori attraverso una apposita sottoscrizione. Hanno aderito in più di 800, e mi sembra una risposta più che eloquente”. Sicuramente i dati presentati dal responsabile della Sanità sono incoraggianti, ma non tali da permettere rilassamenti: “Per la prima volta, nel 2023 – ha precisato Schillaci – siamo riusciti a raggiungere l’autosufficienza nella raccolta di sangue e abbiamo registrato una crescita del +4% in quella di plasma. Diciamo che abbiamo superato la fase critica con 1.674.386 donatori, rispetto al picco di 1.626.506 del 2020”. Ma soprattutto fa ben sperare l’atteggiamento dei giovani donatori i quali hanno risposto positivamente alla opportunità di sottoporsi a futuri prelievi. Il 41% di tutti gli intervistati, di ogni genere e di ogni età – ha spiegato il direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis – ha donato come “gesto di solidarietà nei confronti degli ammalati”; il 32% come “gesto di partecipazione e impegno civile”; solo il 17% per “fare le analisi del sangue e prendere un permesso di lavoro”. In ambito prettamente locale, Luigi Ottavio Mechelli, presidente dell’Avis provinciale ha chiarito che nella Tuscia le donazioni al termine dello scorso anno sono state 15.445 (13.141 sacche di sangue e 2.089 di plasma) raccolte su un totale di 700 uscite. Al termine della convention borse di studio per i giovani donatori di Unitus: Lavinia Sardo, Giorgia Trudu, Giulia Trabalza, Caterina Mauri, Silvia Bosso, Elisa Moretti, Alessandro Quattrini, Valerio Santu, Greta Gabriele, Maria Calabrese. (L. C.).