Villa Lante si rifà il trucco? Macché. Tornerà piuttosto ai fasti estetici del Cinquecento quando fu costruita su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. Un lavoro di ricostruzione archeologica ed artistica, non un banale lifting. Se ne sentiva il bisogno per non danneggiare l’immagine di quello che nel 2011 è stato votato come “Il parco più bello d’Italia”. Ed era diventato una preziosa carta da giocare sul tavolo europeo per sostenere Viterbo come capitale europea della cultura. Preambolo necessario per spiegare che Villa Lante inizia il percorso per tornare finalmente all’antico (nel senso positivo del termine) con l’avvio dei lavori di restauro e rifacimento dell’intero complesso. Apertura del cantiere già avvenuta il 15 gennaio scorso, chiusura prevista tra un anno esatto, salvo sempre possibili stop. Costo complessivo 7 miliardi (di cui poco più di 5 effettivi) messi a disposizione dal Pnrr. Una conferenza, in uno dei due casino, per illustrare gli interventi in itinere. Presenti Elisabetta Scungio direttore regionale dei musei del Lazio e delegato per le ville monumentali della Tuscia, Lara Anniboletti funzionario responsabile di Villa Lante, Alfonso Antoniozzi assessore alla Cultura del Comune di Viterbo, Marina Cogotti architetto responsabile del progetto. E’ proprio quest’ultima ad esporne le linee, prima sulla carta nella Sala delle Conversazioni della Villa, poi a guidare in una estemporanea visita un gruppo di giornalisti e operatori lungo le scale, i sentieri, gli angoli, gli slarghi, le fontane dove lavorano ragazzi impegnati a ripulire i peperini, a liberare dalle erbacce piccole costruzioni, colonne, capitelli ormai corrosi dall’inesorabile corso degli anni. Una operazione che è un mix tra il restauro e l’archeologia. Spiega l’architetto Cogotti: “Abbiamo ritrovato tracce antiche, riscoperto e riportato allo stato originale tratti di finiture che risalgono ai tempi della costruzione della villa”. Tre le linee guida degli interventi programmati: impianti, struttura e verde. Riguarderanno, ovviamente, le fontane, i colonnati, i giardini con particolare attenzione a quello cosiddetto quadrato. Verranno ripristinati i favolosi giochi d’acqua che costituiscono l’autentica perla della struttura. L’impegno più importante è quello che interessa il sistema idrico che in sostanza sarà rifatto ex novo perché quello originario risulta danneggiato ed estremamente dispendioso anche in senso letterale. “Abbiamo fatto in modo di allestire un impianto che sia autosufficiente, cioè si autoalimenterà, contenendo al minimo le dispersioni di acqua”, precisa l’architetto Cogotti. Una operazione nel suo complesso particolarmente impegnativa che per diversi mesi non potrà non avere ricadute negative sul turismo e sulla fruizione pubblica della Villa, che dovrà restare chiusa tutti i lunedì e i martedì, fino al termine dei lavori.
Il prossimo mese di luglio sarà addirittura off limits per permettere l’installazione, sotto la fontana del Pegaso, del dispositivo di acquisizione e ridistribuzione idrica. C’è anche una data ufficiale per la apertura della nuova/vecchia Villa Lante: l’11 marzo 2026.