Visto da noi: Il Re Leone, un’esperienza visiva straordinaria

di Nicole Chiassarini

Il Re Leone, di Jon Favreau, è la trasposizione in live action del classico Disney del 1994. Uscito nelle sale lo scorso agosto, il film torna a raccontare la storia del piccolo Simba, delle sue avventure e disavventure, fino alla riconquista del trono appartenuto prima a suo padre Mufasa, poi meschinamente rubato dallo zio Scar.

La trama è ben nota, non mancano le scene clou e le divertenti battute che caratterizzarono il film d’animazione. I personaggi sono gli stessi, accompagnati dalle grandi voci del panorama del doppiaggio italiano. Come Luca Ward (Mufasa), che è riuscito ad incantare il pubblico interpretando alla perfezione il ruolo di un re, padre di Simba e grande maestro, riproponendo momenti commoventi che i più nostalgici hanno certamente apprezzato. Presenti anche Edoardo Leo e Stefano Fresi (rispettivamente Timon e Pumbaa) che hanno avuto modo di dimostrare il loro talento nel doppiare i due personaggi in assoluto più comici della pellicola, palesando una grande sintonia in grado di coinvolgere tutti gli spettatori, grandi e piccoli. Anche Massimo Popolizio ha indossato perfettamente le vesti del malvagio Scar, dando al personaggio quel giusto tono che più si addice ad uno dei più grandi cattivi dell’impero Disney. Sottotono, invece, i doppiatori di Simba e Nala adulti, Marco Mengoni ed Elisa Toffoli, i quali non hanno saputo rendere vera giustizia ai due protagonisti del live action. Nulla si può dire, però, per la canzone L’amore è nell’aria stasera, interpretata perfettamente, grazie alle splendide voci dei due cantanti, e che ha saputo colpire il pubblico per la seconda volta, aggiungendo quel pizzico di romanticismo ben conosciuto e tanto amato dai fan dei due personaggi. Ma non solo, tutte le canzoni riproposte e reinterpretate sono state un successo, a partire da Il cerchio della vita di Cheryl Porter, appassionante e toccante quanto la versione originale di Ivana Spagna. O Hakuna Matata cantata da Leo e Fresi, che ha nuovamente offerto un’esperienza di puro divertimento, con l’aggiunta ulteriore di quella comicità tipica dei due doppiatori.

Ma la vera protagonista del film è la CGI (computer-generated imagery). Una qualità tecnica altissima, immagini potenti e una resa visiva sontuosa per una totale immersione nei più bei panorami della Savana, in una delle storie più amate di sempre. Il regista, dopo il grande successo con la versione aggiornata de Il libro della giungla, è riuscito ad aggiudicarsi questo arduo compito dal forte sapore di nostalgia. Un’operazione vintage a tutti gli effetti, in cui la Disney ha voluto mirare a ricreare le stesse emozioni del capolavoro originale, puntando soprattutto sugli spettatori, ormai adulti, cresciuti con la storia del futuro re Simba. Si resta a bocca aperta di fronte all’iperrealismo che rasenta la perfezione nella resa dei fondali così come le figure dei protagonisti, tanto che si stenta a credere che nulla di quel che si vede sia ripreso dal vivo. Circa l’80% del film segue passo passo l’originale del 1994, con una tecnologia in grado di rendere gli animali molto simili agli umani, effetto ampiamente voluto dalla produzione e che l’ha portato al primo posto in classifica al Box Office. Ma il forte desiderio di rendere quanto più realistici gli animali e il panorama, ha penalizzato i personaggi, che senza la caratterizzazione grafica e le sfumature donate dal disegno a mano e l’abilità degli animatori, perdono di tridimensionalità e ricchezza di tratti e dettagli, ma anche molte scene che originariamente avrebbero riproposto molti più colori e coreografia (chiaramente improbabili in un leone vero) presenti durante le parti cantate, marchio di fabbrica disneiano. A parità di storia e scene, la nuova versione de Il Re Leone risulta quindi più imponente, ma anche più piatta rispetto all’originale.

Il punto forte del nuovo live action Disney è la nostalgia, quel turbinio di emozione che tornano a manifestarsi dopo 25 anni, in grado di far tornare piccoli per tutta la durata dello spettacolo. Un altro grande successo per la multinazionale statunitense, che, riproponendo grandi classici che ci hanno accompagnato per tutti questi anni, continua a confermarsi la fabbrica dei sogni.

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