Vito Mancuso alla Biblioteca consorziale di Viterbo è arrivato, molto atteso il giorno di san Valentino, di pomeriggio in dialogo con il commissario Paolo Pelliccia, ha regalato al numeroso pubblico presente momenti di riflessione ed emozioni presentando il suo libro “Destinazione speranza. Il metodo Kant“.
“Quando un essere umano è disperato si ferma, raggela. Questo libro lo consegnai all’editore con un altro titolo: Il metodo Kant ma venne ritenuto un po’ respingente. Da qui la rivisitazione in “Destinazione speranza. Il metodo Kant“. Stiamo parlando di Kant, un padre dell’Illuminismo, uno dei padri della ragione moderna. Il terzo capitolo del libro è dedicato a lui, pagine edificanti che ci indicano di come sia importante capire, vedere, toccare con mano che ci sono persone per bene. La frattura tra intelligenza e bontà ci segna dentro, ci taglia in due. Che cosa vuole l’uomo veramente intelligente? Lo sapete chiede lo scrittore, quante volte ho fatto questa domanda nei miei giri di presentazione? La risposta è quella che mi state dando voi, il silenzio.
Ho scritto questo libro per rispondere affermativamente, ed è cosi che Vito Mancuso ci guida alla ricerca del significato più profondo e autentico della nostra vita. Se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all’egoismo favorendo la solidarietà, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilità, allora non tutto sarà perduto: solo così, infatti, potremo definirci donne e uomini davvero liberi e guardare con speranza, ragionevole e fondata, al futuro che ci attende.
Mancuso cita Norberto Bobbio che il 10 gennaio 2004 nella lettera delle sue ultime volontà al centro pone le seguenti parole: Non mi considero né ateo né agnostico, come uomo di ragione non di fede so di essere immerso nel mistero, che la ragione non riuscirà mai a penetrare. E riporta qui il succo della filosofia kantiana. E’ la ragione che ti mette di fronte al mistero. Quando ci si pone di fronte alla vita si vuole esercitare la ragione e la speranza, la mente e il cuore. Il cristianesimo ha funzionato per tanto tempo ma adesso non funziona più per tutta una serie di cose. Bisogna rivederlo all’insegna di una dimensione trasformativa, performativa; la religione bisogna riscriverla rilegarla al senso del mondo al senso della vita, gli uni per gli altri. La religione deve essere qualcosa di vitale, che viene dal basso. «Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare?». Cercando di rispondere a queste tre fondamentali domande, formulate per la prima volta dal filosofo Immanuel Kant, Vito Mancuso con immensa semplicità ci ha guidato alla ricerca del significato più profondo e autentico della nostra vita. Se saremo in grado di essere noi stessi in relazione con gli altri, di resistere all’egoismo favorendo la solidarietà, di ridare valore alla dimensione morale al fine di agire con responsabilità, allora non tutto sarà perduto e saremo liberi e guardare con speranza, al futuro che ci attende.
Vito Mancuso ha insegnato presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e l’Università degli Studi di Padova. È autore di moltissimi libri a carattere teologico e dirige la collana “I Grandi Libri dello Spirito”. È editorialista del quotidiano «La Stampa».
Per chi non fosse stato presente è consigliata la visione della registrazione dell’incontro disponibile sul canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=nULTydva7hg
(foto di Miriam Giacci)